L’area delle Gravine dell’arco ionico conserva ancora discrete estensioni boschive dominate dal fragno (Quercus trojana) e, nelle stazioni più calde e secche, dal leccio (Quercus ilex).
Marginalmente sono presenti i querceti a roverella sensu latu (Quercus pubescens, Quercus virgiliana, Quercus dalechampii, Quercus amplifolia) e le pinete a pino d’Aleppo (Pinus halepensis).
Le aree pseudosteppiche hanno una notevole estensione, anche se minore rispetto alla vicina Alta Murgia, e si rinvengono soprattutto nell’intervallo altitudinale compreso tra 300 e 400 m s.l.m.
Un aspetto particolarmente interessante, che determina la creazione di ambienti caratteristici, è rappresentato dalla presenza di uno spiccato gradiente termico all’interno delle gravine.
Questo fa sì che, procedendo dal margine superiore verso il fondo, si susseguano comunità vegetali che necessitano di un maggiore grado di umidità, il che da luogo alla base alla formazione di una vegetazione tipicamente mesofila.
Qui la vegetazione spontanea d’interesse forestale è rappresentata da:
– praterie termo-xerofile, costituite da aggruppamenti di specie dell’alleanza Thero-Brachypodion Br. Bl. 1925;
– macchie e macchie-foreste termo-xerofile e termo-xerotolleranti, dominate dal Leccio (Quercus ilex L.) cui sono associati l’Acero minore (Acer monspessulanum L.), l’Orniello (Fraxinus ornus L.) e la Roverella (Quercus pubescens Willd.), dell’alleanza del Quercion ilicis Br. Bl. (1931) 1936;
– macchie e macchie-foreste mesofile, dominate dal Fragno (Quercus trojana Webb.) e dalla Roverella (Quercus pubescens Willd.), dell’alleanza del Quercion frainetto s.l.;
– foreste termo-xerofile, di Pino d’Aleppo (Pinus halepensis Mill.), con denso sottobosco dominato dal Lentisco (Pistacia lentiscus L.), dell’alleanza Oleo Ceratonion Br. Bl. 1936 em. Riv. Mart. 1975.
Da un punto di vista biogeografico, l’area delle gravine dell’arco ionico ricade nella zona di transizione fra il Settore Apulo della provincia Adriatica (Regione mediterranea, Subregione Mediterranea Orientale) e il Settore Costiero italiano Occidentale della provincia Italo-Tirrenica (Regione Mediterranea, Subregione Mediterranea Occidentale).
Le entità della flora della gravine sono a prevalente distribuzione mediterranea: stenomediterranee, eurimediterranee, E-mediteranee, W-mediterranee. Altri corotipi sono: euroasiatiche, paleotemeprate, europee, endemiche, cosmopolite e avventizie.
Le forme biologiche corrispondenti alla flora sono principalmente: emicriptofite, terofite, geofite, fanerofite, camefite, nanofanerofite e idrofite.
Le entità mediterraneo-orientali permettono di confermare l’ipotesi paleogeografica e fitogeografica avanzata per la Puglia meridionale, dalal Francini Corti (1953, 1966, 1967) con riferimento all’ampio collegamento terrestre che si creò nel Miocene medio tra quest’area pugliese e la parte meridionale delle terre dell’Egeo. Tale collegamento avrebbe permesso infatti la migrazione di numerose specie con esigenze ecologiche diverse, alcune delel quali avrebbero trovato nelle gravine, grazie ai numerosi microambienti che le caratterizza, importanti stazioni di rifugio.
Tali specie, propriamente definite come “Paleoegeiche transoniche meridionali” presentano oggi un areale più o meno esteso a seconda di come hanno potuto superare le vicende climatiche quaternarie, che hanno segnato il progressivo restringimento del loro areale. Tra queste entità sono da ricordare Campanula versicolor Hawkins, orofila mediterranea orientale, con areale principale nella parte meridionale della Penisola Balcanica. La distribuzione italiana appare chiaramente disgiunta in due semicerchi, di cui uno interessa le falesie del Salento meridionale e l’altro comprende il lungo bordo meridionale delle Murge, che costituiva probabilmente la linea di costa durante il Pliocene. La specie è stata segnalata per la prima volta da Bertoloni (1835) e dal Tenore (1835-36) per le Murge. Successivamente Bianco et al. (1981-82), ne ampliano il quadro distributivo segnalandola per diverse gravine dell’arco jonico, fra le quali sono comprese quelle di Laterza e del Varco, nel comune di Laterza, e nella gravina di Leucaspide, in territorio di Statte. Altre specie interessanti sono: Carum multiflorum (S. et S.) Boiss., specie rara nota in Italia solo per la Puglia e per la gravina di Matera in Basilicata; Asyneuma limonifolium (L.) Baker,, specie anfiadriatica, con un areale che abbraccia gran parte della Penisola Balcanica e trova l’estrema propaggine occidentale del suo areale, nella Puglia centro-meridionale ed il Materano.; Quercus trojana Webb., elemento mediterraneo orientale il cui areale italiano comprende solamente le Murge pugliesi e materane; Salvia fruticosa Mill., tipica costituente delle garighe del mediterraneo orientale, osservata nella gravina di Leucaspide e quindi indicata per la Calabria meridionale, la Sicilia ed il Lazio presso Ausonia; Phlomis fruticosa L., frequente nei luoghi più aridi della penisola salentina, è stata rinvenuta nella gravine di Petruscio a Mottola, Palagianello e Laterza; Triticum uniaristatum (Vis.) K. Richter, specie molto rara, nota in Italia in sole quattro stazioni pugliesi, nelle Murge, tra Laterza e Martina Franca e nel Salento, tra Spongano e Surano e ai margini del Bosco Rauccio. Sono inoltre degne di nota anche altre specie a diffusione mediterraneo orientale: Scrophularia lucida L., Lomelosia brachiata (Sm.) Greuter & Burdet, Allium atroviolaceum Boiss., Asphodeline liburnica (Scop.) Rchb., Stachys germanica L. subsp. salviifolia (Ten.) Gams; Thymbra capitata (L.) Cav., Convolvulus elegantissimus Mill., Cistus creticus L. subsp. creticus, Malope malacoides L., Eryngium amethystinum L., Cardopatium corymbosum (L.) Pers., Euphorbia apios L., Hypericum triquetrifolium Turra, Onobrychis aequidentata (Sm.) d’Urv., Iris lorea Janka, Scutellaria columnae All., Helictotrichon convolutum (C. Presl) Henrard.
In questo contesto di specie orientali risulta, non poco significativo peraltro, il contingente di elementi mediterraneo occidentali, legato alla particolare posizione geografica del territorio delle gravine, che si trova al confine tra la Puglia e la Basilicata costituendo un ponte tra i due settori biogeografici. Fra queste si ricordano: Satureja montana L. subsp. montana, Phagnalon saxatile (L.) Cass., Phagnalon rupestre (L.) DC. subsp. illyricum (H. Lindb.) Ginzb., Trachelium coeruleum L., Coronilla valentina L., Potentilla hirta L., Antirrhinum majus L., Echium asperrimum Lam., Acanthus mollis L. subsp. mollis, Linaria reflexa (L.) Desf., Minuartia mediterranea (Link) K. Maly, Crepis leontodontoides All., Ophrys bombyliflora Link.
Significativo è il numero di specie endemiche, fra cui alcune con areale molto ristretto come Rhaponticoides centaurium (L.) M. V. Agab. & Greuter, endemica dell’Italia meridionale, la cui presenza in Puglia è strettamente localizzata sul Gargano e nell’area murgiana, dov’è in via di rarefazione ed è nota per la sola stazione di Laterza.; Centaurea subtilis Bertol., endemismo apulo-lucano, molto raro, noto per la stazione di Laterza, i dintorni di Matera e per il Gargano; Centaurea brulla Greuter, appartenente al ciclo di Centaurea deusta Ten., ed Arum apulum (Carano) P.C. Boyce, entrambe endemiche dell’area murgiana; Biscutella incana Ten., specie molto rara localizzata esclusivamente nella Calabria settentrionale, probabilmente scomparsa nelle stazioni delle gravine del tarantino; Ophrys tarentina Gölz & H.R. Reinhard, molto rara, segnalata per le province di Taranto, Matera, Brindisi e Cosenza.